L’itinerario Passo Falzarego – Cima Gallina
[Nota: questo scritto e le relative foto risalgono ad alcuni anni fa. Le foto furono scattate con una reflex 35mm e sottoposte a scansione.]
L’itinerario in questione si svolge in Veneto, nelle Dolomiti Bellunesi.
Il punto di partenza è al Passo Falzarego (mt. 2105 slm), raggiungibile da Arabba – Livinallongo in una mezz’ora buona percorrendo la S.S. 48 delle Dolomiti o da Cortina d’Ampezzo in un tempo all’incirca uguale.
Lasciamo la macchina al parcheggio di fronte alla funivia – più presto si arriva la mattina e più facile risulterà trovare un posto … – e godiamoci innanzitutto la splendida vista sul massiccio del Lagazuoi:
Questa foto è stata scattata da un po’ più in alto ma è possibile intravedere l’Albergo Falzarego, la stazione di partenza della funivia (e gli immancabili negozi di souvenir) in basso a sinistra, nonché quella di arrivo sul Piccolo Lagazuoi ad un’altitudine di mt. 2778. Le ho indicate entrambe con delle frecce per facilitarne l’individuazione. Il Piccolo Lagazuoi costituisce il punto di partenza per numerose escursioni di straordinario interesse dal punto di vista paesaggistico nonché storico (Cima Falzarego, Cima Bois, Castelletto, Tofane). Nella foto sono ben visibili i 3 coni di mina, cioè le frane di detriti causate dall’esplosione delle mine italiane e austriache del 1917.
Dopo avere calzato gli scarponi ed avere preso il nostro zaino con il materiale indispensabile per una qualsiasi escursione a queste quote (maglione, giacca impermeabile, borraccia, generi di conforto e – ovviamente – macchina fotografica!) lasciamo la stazione della funivia alle nostre spalle, superiamo un piccolo avallamento e imbocchiamo un sentierino scavato nell’erba. E’ da tenere presente che l’itinerario fino a Cima Gallina (contrassegnato dal n. 441) non è in realtà indicato da cartelli, ma è pressoché impossibile sbagliare se si tiene la destra e non si imbocca il bivio che piega a sinistra e porta alla Forcella e poi al monte Nuvolau.
La salita non è molto impegnativa e il sentiero è sempre comodo, per cui la passeggiata è davvero alla portata di tutti: complessivamente, non dovrebbe richiedere più di 90′ per arrivare in cima.
Dopo circa 20-30′ a seconda del passo, guardiamo alla nostra destra e noteremo una piccola caverna visitabile scavata dai soldati italiani nella roccia. Appena al di fuori, sono ancora evidenti i detriti dello scavo e se raccogliamo qualche pezzo, ci renderemo conto di quali fatiche sia costata l’operazione …
Non dimentichiamo comunque di voltarci frequentemente, man mano che saliamo, perché il Lagazuoi rappresenta sempre una vista emozionante nonché un bersaglio assolutamente invitante per la nostra macchina fotografica. Non ci resta che sperare in un po’ di fortuna affinché possiamo immortalarlo privo di nuvole, come nella foto qui sopra …
Sempre sulla nostra destra, godiamo anche della vista del Sasso di Stria sotto una prospettiva decisamente particolare, molto più affascinante di quella che si ha percorrendo la strada della Valparola:
Escursione alla Galleria Goiginger
Una delle zone più affascinanti delle Dolomiti Bellunesi è, nella mia esperienza, quella del Passo Falzarego e Valparola.
Da un punto di vista naturalistico, non c’è sicuramente bisogno di spiegare il perché: è sufficiente guardarsi intorno ed ammirare lo straordinario paesaggio.
Un altro fattore è quello storico dato che queste montagne furono teatro di primo piano nelle vicende della cosiddetta Guerra Bianca, vale a dire la I Guerra Mondiale combattuta da Italiani e Austriaci in montagna.
Ancora oggi vi sono resti e tracce di quel periodo un po’ ovunque costituiti da trincee, baraccamenti, reticolati ed anche più semplicemente cocci di bottiglia e scatolette arrugginite che, a distanza di quasi un secolo, costituiscono memoria di un periodo tragico per chi visse e combattè per lunghi periodi in zone inospitali alla mercè del nemico e, forse più ancora, degli agenti atmosferici.
In questa zona, alcuni di tali reperti sono stati sottoposti a ristrutturazione in seguito all’applicazione di una legge del 2000 concernente le norme per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale e dei siti legati alla prima guerra mondiale.
E’ stata così creata una sorta di museo storico all’aperto sul Lagazuoi, nei pressi del rifugio omonimo, ed in Valparola con la sistemazione ed apertura del museo nel Forte Tre Sassi, di trincee e baracche sotto il Sasso di Stria e della postazione Vonbank.
Personalmente, ho da subito avuto un’opinione piuttosto discordante su questo tipo di interventi.
Da un lato, servono a ripristinare e mantenere reperti che, per quanto solidamente realizzati, sono in buona parte stati cancellati dalla natura e sarebbero destinati a sparire del tutto; inoltre, possono contribuire ad aumentare la conoscenza di fatti bellici viceversa sepolti nei libri di storia specializzati.
Dall’altro lato, però, si tratta di interventi che giungono alla vera e propria ricostruzione sicché non si può parlare più di reperti storici veri e propri.
A parte questo discorso, c’è in zona un itinerario molto affascinante e non toccato da alcun intervento di ristrutturazione – per fortuna. Si tratta della galleria Goiginger, costruita dagli austriaci nel 1916 per collegare la Valparola alla postazione sotto l’anticima del Sasso di Stria e consentire i rifornimenti evitando il fuoco dell’artiglieria italiana e dei fucilieri appostati sulla Cengia Martini, sotto il Piccolo Lagazuoi.
(Segue con la galleria fotografica dopo il salto pagina)