Il Blog di Paolo Della Bianca

Castello di Buchenstein – 1916 e 2018

A poca distanza dal castello di Buchenstein, un po’ nascoste nel bosco, si possono facilmente distinguere 4 grandi rocce monolitiche. Qui, 100 anni fa, i soldati dell’81° [Reggimento, NdR] della [Brigata, NdR] “Torino” avevano installato le cucine da campo.”

Tratto da: “Album dal fronte”. Immagini della Grande Guerra sulle Dolomiti” a cura di Andrea Morelli.

Castello di Buchenstein - 1916 e 2018

Sopra: 1916. Sotto: 2018

Il castello di Buchenstein è altresì noto come castello di Andraz e si trova nel comune di Livinallongo del Col di Lana (BL), frazione di Andraz.

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London locations – part 2

Circa tre anni fa, mi ero cimentato nella ricerca di alcune locations di film, serie televisive e filmati musicali degli anni ’70 a Londra: l’articolo con relativo corredo fotografico si trova alla pagina https://www.paolodellabianca.com/2014/09/london-locations/

Quest’anno, in occasione di un breve viaggio nella capitale inglese, ho deciso di proseguire il lavoro di ricerca e riporto di seguito i risultati.

CASA DI JOHN STEED

Il personaggio di John Steed risulterà temo pressoché sconosciuto ai giovani, tanto quanto è invece bene impresso nella mente dei cinquantenni: la serie TV di cui era protagonista, vale a dire “The Avengers” o “Agente Speciale” nella traduzione italiana, era uno dei punti forti della programmazione televisiva per ragazzi degli anni ’70 insieme a “UFO“, “Il Prigioniero” ed altre.

Mi sono già occupato di John Steed, o meglio dell’attore Patrick Macnee che lo interpretava, in occasione della morte di quest’ultimo nel 2015 (vedi l’articolo alla pagina https://www.paolodellabianca.com/2015/06/patrick-macnee-1922-2015/) all’età di 93 anni.

La mia ricerca è stata rivolta all’individuazione della casa di Jonh Steed, situata in Duchess Mews nell’area di Marlylebone (Central London, nell’ambito della City of Westiminster), vedi la mappa qui sotto:

Dai fotogrammi ricavati dagli episodi della serie, avevo avuto l’impressione che la strada fosse senza uscita invece così non è.

Ecco la relativa comparazione fotografica (sopra, il fotogramma dal telefilm; sotto, la foto attuale – clicca per ingrandire):

Casa di john SteedCasa di john SteedPer fortuna, questa zona di Londra non ha subito le trasformazioni clamorose che hanno invece riguardato altre aree, in particolare lungo il Tamigi dove la skyline è caratterizzata da enormi grattacieli per ricconi stranieri, quindi la corrispondenza a distanza di quasi 50 anni è pressoché totale.

Chissà se chi abita in questo edificio è al corrente del suo uso – dei soli esterni, in effetti – in una serie TV così importante …

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Alice Cooper – Milano, 30 novembre 2017

A distanza di un anno e mezzo dal precedente concerto, tenuto nel mese di giugno 2016 (vedi l’articolo in questo stesso blog), Alice Cooper è tornato a Milano con un nuovo show sempre all’Alcatraz: stessa band, scaletta riveduta e leggermente aggiornata.

Alice Cooper . Milano, 30/11/17

Alice Cooper . Milano, 30/11/17

Pur con i suoi 69 anni suonati, Alice riesce a reggere il palco egregiamente anche se il concerto ha avuto una durata relativamente breve: poco meno di un’ora e mezzo (contro i cento minuti circa dell’anno prima), peraltro senza pause, durata forse spiegabile anche con il fatto che lo show faceva parte dell’ultima serie di 7 concerti europei in altrettanti giorni prima della conclusione del tour.
A mio avviso, Alice risulta più addirittura “performante” oggi di quanto non fosse negli anni ’70, anni in cui era come noto dedito all’alcool da cui fortunatamente si è liberato da decenni.

Per quanto riguarda la scaletta, poche sorprese: confermati gli “immancabili”, a parte “Elected” che aveva costituito uno dei bis dell’anno scorso; un solo brano dal nuovo recente album “Paranormal“; il reinserimento di “Department of Youth” che ho personalmente gradito molto; la chiusura con l’inno “School’s Out“, anche quest’anno arricchita dalla citazione di “Another Brick in the Wall (Part 2)” dei Pink Floyd.

Pubblico molto caldo e partecipativo al punto che, come l’anno scorso e come preannunciato su Twitter, il bassista Chuck Garric ha ripetuto il tuffo nella folla con l’immancabile fotografia.
Nella quale è risultato ben visibile il sottoscritto – e un po’ meno visibile, la consorte – come è possibile vedere dalla foto pubblicata più sotto!

La band è a mio parere molto ben selezionata: i chitarristi Tommy Henriksen (principale collaboratore di Alice) e Ryan Roxie costituiscono le chitarre principale sulle quali si innesta la presenza musicalmente e scenograficamente esuberante di Nita Strauss. Quest’ultima, con la sua impostazione più vicina all’heavy che al rock tradizionale, assicura quel pizzico di spettacolo in più che non stona in un set già di suo caratterizzato da effetti speciali e sorprese di vario genere – per lo più horror.
La base ritmica è garantita dal già citato Chuck Garric, chiaramente influenzato da Gene Simmons dei Kiss in alcuni atteggiamenti scenici e dal funambolico batterista Glen Sobel, molto potente e variato nella sua tecnica ed al tempo stesso spettacolare per via dei suoi giochi di manipolazione delle bacchette.
Non è certo un tema originale quello della frequente sottovalutazione dei batteristi nel rock, nel senso che fisicamente sono nelle retrovie del palco rispetto a cantante e chitarristi ed il loro lavoro rischia di finire a sua volta “sullo sfondo”. Alice Cooper si è assicurato un bravissimo batterista, più che degno erede di Eric Singer che l’aveva accompagnato per diversi anni prima di tornare nelle fila dei Kiss dopo la parentesi della band con il redivivo Peter Criss.

(Altro testo, foto e video dopo il “Continua a leggere“)

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Chi sono

Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

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