London locations – part 2
Circa tre anni fa, mi ero cimentato nella ricerca di alcune locations di film, serie televisive e filmati musicali degli anni ’70 a Londra: l’articolo con relativo corredo fotografico si trova alla pagina https://www.paolodellabianca.com/2014/09/london-locations/
Quest’anno, in occasione di un breve viaggio nella capitale inglese, ho deciso di proseguire il lavoro di ricerca e riporto di seguito i risultati.
CASA DI JOHN STEED
Il personaggio di John Steed risulterà temo pressoché sconosciuto ai giovani, tanto quanto è invece bene impresso nella mente dei cinquantenni: la serie TV di cui era protagonista, vale a dire “The Avengers” o “Agente Speciale” nella traduzione italiana, era uno dei punti forti della programmazione televisiva per ragazzi degli anni ’70 insieme a “UFO“, “Il Prigioniero” ed altre.
Mi sono già occupato di John Steed, o meglio dell’attore Patrick Macnee che lo interpretava, in occasione della morte di quest’ultimo nel 2015 (vedi l’articolo alla pagina https://www.paolodellabianca.com/2015/06/patrick-macnee-1922-2015/) all’età di 93 anni.
La mia ricerca è stata rivolta all’individuazione della casa di Jonh Steed, situata in Duchess Mews nell’area di Marlylebone (Central London, nell’ambito della City of Westiminster), vedi la mappa qui sotto:
Dai fotogrammi ricavati dagli episodi della serie, avevo avuto l’impressione che la strada fosse senza uscita invece così non è.
Ecco la relativa comparazione fotografica (sopra, il fotogramma dal telefilm; sotto, la foto attuale – clicca per ingrandire):
Per fortuna, questa zona di Londra non ha subito le trasformazioni clamorose che hanno invece riguardato altre aree, in particolare lungo il Tamigi dove la skyline è caratterizzata da enormi grattacieli per ricconi stranieri, quindi la corrispondenza a distanza di quasi 50 anni è pressoché totale.
Chissà se chi abita in questo edificio è al corrente del suo uso – dei soli esterni, in effetti – in una serie TV così importante …
Turista a Milano
La visita di una coppia di amici provenienti dagli USA per una vacanza in Italia mi ha messo recentemente nell’insolita posizione di … turista a Milano.
Pur essendo io nato a Milano e quivi vissuto per 48 anni fino al trasferimento a Vigevano, infatti, era da tanto tempo che non giravo per il centro visitando alcune delle attrazioni turistiche (e non solo turistiche).
Mi sono trovato a farlo in qualità di “cicerone” e la cosa ha dato lo spunto per alcune considerazioni che vado ad esporre, alcune positive, altre meno.
X CONOSCO MILANO POCO E MALE
“Che palazzo è quello?” “Che chiesa è?” “Quando è stata edificata?”
Di fronte a domande come queste che mi sono state rivolte nel corso della giornata, mi sono reso conto di conoscere davvero poco Milano e la sua storia.
D’accordo … ho avuto un’istruzione di tipo tecnico, una di quelle in cui storia e geografia erano materie relegate ad un paio d’ore a settimana e sgradite persino a chi le insegnava, se ben rammento.
Ciò non mi ha giustificato, nei confronti di me stesso, a sufficienza per non provare un certo imbarazzo!
Per fortuna i miei amici sono stati tolleranti e generosi ed alla mia autocritica circa il fatto che come guida fossi “very poor“, la loro risposta è stata esemplare: “siamo qui per stare in compagnia di un amico, non di una guida”.
Una frase da vero amico!
√ IL CENTRO DI MILANO
Devo ammettere che percorrere la Galleria Vittorio Emanuele e sbucare in Piazza della Scala mi ha emozionato, mi sono sentito orgoglioso di essere Milanese – perché tale sono e resterò fino alla fine, anche se non mi riconosco più molto in questa città e nei suoi abitanti che sono in larga parte imbruttiti (parafrasando una famosa pagina su facebook).
Però, però … non ho potuto subito dopo fare a meno di pensare che a fronte delle vie centrali così scintillanti, esistono le cosiddette periferie degradate (quasi tutto quello che non è centro in effetti) abbandonate a loro stesse, lo so perché ci ho vissuto per 20 anni, e le amministrazioni cittadine dovrebbero pensare anche a quelle, non solo al Salotto cittadino. Parole a vuoto, lo so.
Il mistero della bare in miniatura di Arthur’s Seat
1836: un gruppo di ragazzini intenti a giocare su Arthur’s Seat, il punto di più alto delle colline di Edimburgo che fanno parte di Holyrood Park, trova nascoste dietro a dei massi 17 bare in miniatura contenenti altrettante figurine umane intagliate nel legno e vestite con abiti realizzati accuratamente.
Le bare, ciascuna delle quali misura una decina di centimetri in lunghezza, sono disposte in due file da 8 più una singola bara nella fila superiore e sembrano essere state posizionate in tempi diversi, forse lungo alcuni anni.
Il ritrovamente provoca un certo scalpore già ai tempi: alcuni giornali ipotizzano si tratti di oggetti usati in un rituale magico, presumibilmente di stregoneria, mentre altri spiegano che siano dei semplici giocattoli – piuttosto macabri invero – costruiti per fare giocare dei bambini e da questi ultimi nascosti e dimenticati sulla collina.
In epoca recente, è stata proposta una spiegazione più verosimile e cioè che questi oggetti siano in qualche modo correlati ai delitti della famigerata coppia William Burke e William Hare, che agirono a Edimburgo intorno al 1830. I due procacciavano cadaveri per un famoso medico anatomista del tempo, il Dott. Robert Knox, ma dopo un primo periodo in cui la fonte di corpi fu quella di disseppellire persone morte da poco, essi decisero di procurarseli in modo più rapido uccidendo personalmente alcuni dei disperati che popolavano i bassifondi della città.
Ciascuna delle figure nelle piccole bare rappresenterebbe quindi una delle vittime dei due assassini, “sepolta” in effige per garantirgli il riposo eterno dopo una morte così barbara da qualcuno turbato dagli eventi e preoccupato per la sorte dell’anima delle vittime stesse.