Patrick Macnee (1922-2015)
E’ purtroppo mancato il giorno 25 giugno, peraltro alla veneranda età di 93 anni, l’attore inglese Patrick Macnee.
Questo nome dirà poco a chi abbia oggi meno di, diciamo, una cinquantina d’anni: la sua fama è in effetti legata soprattutto all’interpretazione dell’agente speciale John Steed nella serie televisiva “The Avengers” (in Italia “Agente Speciale“), 161 episodi trasmessi originariamente tra il 1961 e il 1969 con una reprise del personaggio nella serie “The New Avengers” del 1976-77.
Vera e proprio serie-culto, sfortunatamente dimenticata dalla televisione negli ultimi anni nonostante la proliferazione di canali “contenitore” legata all’avvento del digitale terrestre, è ben scolpita nella mente di chi come il sottoscritto fruiva ai tempi (primi anni ’70) di una manciata di emittenti: due canali Rai, Svizzera e Capodistria. Per parlarci chiaro, la scelta era limitata ma le serie televisive italiane e straniere di quegli anni erano qualitativamente eccellenti: basi pensare, tra le produzioni britanniche, a “UFO“, “Il Prigioniero”, “Thundebirds” (in marionation), “The Man from U.N.C.L.E.” …
London locations
Gerry Rafferty: Baker Street
Windin’ your way down on Baker Street
Light in your head and dead on your feet
Well another crazy day
You’ll drink the night away
And forget about everything(Gerry Rafferty – “Baker Street”, 1978)
“Baker Street” è sicuramente il brano più noto del bravissimo ed altrettanto sfortunato cantante ed autore scozzese Gerry Rafferty, morto nel 2011 a soli 64 anni di età per problemi legati all’alcolismo.
Anche se il titolo può non dire nulla ai più giovani, il riff di sassofono che caratterizza questo pezzo è inconfondibile al punto da costituire uno dei capisaldi della musica pop dei tardi anni ’70.
La canzone è intitolata alla via londinese, nota anche e soprattutto per essere la residenza letteraria di Sherlock Holmes, il celeberrimo detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle: Rafferty visse nelle immediate vicinanze per qualche tempo dopo lo scioglimento del gruppo Stealers Wheel di cui faceva parte, con conseguenti problemi legali che gli impedirono di incidere dischi per qualcosa come tre anni, quindi in un periodo particolarmente difficile.
Il primo album edito dopo quel periodo fu “City to City” nel 1978 e costituì un grande successo, il più grande di Rafferty la cui carriera non conobbe poi apici paragonabili anche – forse, soprattutto – a causa di seri problemi di alcolismo che lo perseguitarono fino alla morte.
Nel video di “Baker Street”, girato in studio, si intravede qualche sprazzo della via tra cui quello iniziale che sono andato a cercare, prima su Google Street View e poi da vivo, scattando la foto pubblicata più sotto.
Per una serie di motivi dolci/amari, direi che questa strada è quella che amo di più di quelle londinesi e oltre alla musica mi mi porta a ricordare altri versi della canzone, anch’essi a carattere purtroppo autobiografico per Rafferty:
He’s got this dream about buyin’ some land
He’s gonna give up the booze and the one night stands
And then he’ll settle down there’s a quiet little town
And forget about everything
Biografia di Gerry Rafferty su Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Gerry_Rafferty
“Baker Street” su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Fo6aKnRnBxM
Ipcress
Anche noto con il titolo “The Ipcress File“, fu il film poliziesco che consacrò un giovane Michael Caine come attore di talento nella parte di un agente segreto efficiente ma ben lungi dall’eroismo di stampo hollywoodiano imposto a tanti altri personaggi in film simili.
Personaggi, situazioni ed atmosfere tipicamente britanniche e, in particolare, londinesi tra cui una sequenza girata sulla scalinata dalla Royal Albert Hall, ripresa in parte dall’interno di una cabina telefonica.
Se mai è esistita (se cioè non era stata posizionata dalla produzione per ragioni sceniche), la cabina non c’è più, in compenso sono comparsi alcuni alberi a fare da cornice alla scalinata stessa.
Un film da vedere e rivedere anche proprio per godersi gli scenari di una Londra che, almeno in parte, non c’è più o quantomeno non è più così strettamente … londinese.
“Ipcress” su IMDB: http://www.imdb.com/title/tt0059319/?ref_=fn_al_tt_1
UFO: una serie culto anni ’70
La serie televisiva UFO fu ideata e prodotta dai geniali Sylvia & Gerry Anderson e realizzata tra il 1969 ed il 1970, venendo trasmessa a partire da settembre 1970 in Gran Bretagna, ottobre 1971 in Italia e settembre 1972 negli USA. La protagonista è la SHADO (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation), un’organizzazione militare segreta che combatte i tentativi di invasione della Terra da parte di una feroce razza aliena che cerca di predare organi dai corpi dei terrestri per sopravvivere al proprio declino biologico.
Furono realizzati un totale di 26 episodi della durata di 1 ora costituenti una singola stagione.
Non ci furono infatti seguiti, nonostante il progetto di una seconda stagione abbandonato a causa del modesto successo ottenuto ai tempi.
In Italia furono poi … assemblati (abbastanza pedestramente) e distribuiti al cinema ben 5 lungometraggi composti da scene tratte dai singoli episodi – alcuni dei quali non furono in effetti mai trasmessi dalla RAI.
Storia e dettagli tecnici a parte, per i quali vi rimando alle fonti citate nei link alla fine dell’articolo, questa serie costituisce ancora oggi oggetto di culto per la generazione di spettatori che la videro ai tempi e che ancora oggi, in occasione della loro programmazione su canali più o meno alternativi e ad orari spesso inverosimili, non se ne perdono un episodio.
Certo, visto con gli occhi sofisticati – e parecchio disancantati – dell’utente televisivo medio di oggi, UFO può apparire abbastanza ingenuo nelle trame e mediocre negli effetti speciali. In realtà questo si applica a molte delle serie TV degli anni ’60 e ’70 a partire da Star Trek, per restare nel campo della fantascienza; si tratta tuttavia di un giudizio che prescinde dall’inquadramento nel contesto storico di quando la serie fu realizzata, dei modesti mezzi tecnici disponibili ai tempi (niente computer graphics!), della capacità degli autori di immaginare il futuro – la serie è ambientata nel 1980 (!) – e costruirlo negli arredi, abbigliamento, tecnologia …