Il Blog di Paolo Della Bianca

Archvi dell'anno: 2013

Il micio di Rosslyn Chapel

In occasione di uno dei nostri frequenti viaggi in Scozia, non poteva mancare una puntata a Rosslyn Chapel, luogo reso noto dal libro (e relativo film) “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown.

A proposito di Leonardo, apro una parentesi per affermare che trovo irritante l’americanata di usare Da Vinci come se fosse il cognome.
Leonardo è stato un genio “italiano” – geograficamente parlando – ed è già di per sé spiacevole che per apprendere qualcosa sulla sua vita e sulle sue opere si debba fare quasi esclusivo affidamento a produzioni televisive a stelle e strisce: che si arrivi a sbagliare grossolanamente il suo nome, assimilandone l’espressione errata adottata dagli ignoranti d’oltre oceano, è quasi ributtante.

Chiusa la polemica (o magari solo rinviata ad altro articolo), proseguo specificando che non è mia intenzione tediare il gentile lettore con la storia del luogo: queste informazioni possono essere facilmente reperite nel sito ufficiale (http://www.rosslynchapel.org.uk/) o su Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Rosslyn_Chapel).

Il viaggio da Edimburgo a Roslin, situata nella regione del Midlothian, dura una mezz’ora abbondante di autobus e il viaggio è gradevole.
D’altronde a Edimburgo e dintorni – regione in cui si è snodata la maggior parte dei nostri itinerari – gli autobus sono comodi, gli autisti salutano chi sale e chi scende, non si può neppure sognare di viaggiare se non si ha il biglietto: non esattamente la stessa situazione di città come Milano, in cui i mezzi somigliano più a carri bestiame sui quali il pagamento del biglietto è prerogativa di pochi.

La visita alla Rosslyn Chapel è affascinante: ce la si aspetterebbe più grande, probabilmente, ma la complessità della struttura interna con i suoi simboli misteriosi – ed inattesi – ripaga il prezzo del biglietto di ingresso.

Scattare foto all’interno è espressamente proibito, anche senza flash, ed è per questo motivo che mi manca una testimonianza fotografica del curioso incontro avuto con uno dei personaggi della Chapel: un bellissimo gatto che si aggirava tranquillo ed indisturbato tra i turisti.

Essendosi il micio avvicinato a dove mi trovavo, mi sono azzardato con molto prudenza ad allungare la mano e tentare un approccio amichevole: mi aspettavo che avrebbe schivato l’approccio annoiato, forse infastidito, invece dimostrò di gradire l’idea inarcando la schiena, come fanno i gatti quando assaporano la prospettiva delle carezze. Prontamente fornite in quantità, va da sé!

Dopo un’adeguata razione di coccole e complimenti, il felino decise di spostarsi altrove scivolando tra le panche dove erano seduti numerosi turisti a guardari intorno ed ascoltare le spiegazioni della guida.
Scelta una signora, non certamente a caso come può immaginare chiunque conosca i gatti, le saltò in grembo e dopo alcune carezze … iniziò a dormire serenamente acciambellato!

Tornato in Italia ho effettuato ricerche su Google ed ho trovato altri racconti di incontro con questo simpatico ed insolito gatto, incluse alcune foto (provare per credere).

Sicuramente tornerò in Scozia, probabilmente presto o tardi farò un altro giro a Rosslyn Chapel: confido di trovare ancora il micio.

A ciascuno la scelta di immaginarselo come custode a quattro zampe di incredibili misteri e segreti del luogo, o semplicemente come creatura docile e amichevole: in entrambi i casi, per quanto mi riguarda, il suo fascino è comunque straordinario.

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PiD: Paul is Dead (e non ci sono dubbi)

Premessa

James Paul McCartney nasce a Liverpool il 18 giugno 1942, è noto per avere fatto parte dei Beatles e, dopo lo scioglimento del gruppo, avere intrapreso la carriera musicale solista.

Tutto sommato, non dovrebbe essere necessario dire altro su questo personaggio, noto a tutti gli appassionati di musica – in effetti, universalmente noto.

Se non fosse che …

… in base ad una teoria chiamata “Paul is Dead” (abbreviato in “PiD“) il Paul McCartney originario sarebbe morto nel settembre del 1966 in un incidente stradale e sarebbe stato sostituito da un quasi-sosia che, da allora, ne ha assunto l’identità.

A dispetto di quanto molti pensano, la teoria è tutt’altro che recente poiché le prime voci al riguardo iniziarono a girare nel 1969 ma fino a poco tempo fa era considerata una leggenda metropolitana, qualcosa di paragonabile alle teorie su Elvis Presley o Jim Morrison che avrebbero inscenato la loro morte ed assunto altre identità per uscire dalla scena ufficiale e cominciare una nuova vita.

Nel caso di PiD siamo però di fronte a qualcosa di totalmente differente: intanto per i suoi presupposti (non una celebrità ufficialmente morta ed invece viva e vegeta, bensì una sostituzione); per la presenza di prove documentali relative alle differenze morfologiche tra Paul (quello originale) e Faul (contrazione di “Fake Paul“, cioè “Finto Paul”); infine per lo scenario di riferimento, vale a dire gli eventi riguardanti i Beatles tra la fine del 1966 ed il 1970, anno del loro scioglimento, che paiono confermare l’ipotesi o quantomeno andare in quella direzione.

Prima di iniziare la disamina delle circostanze a supporto di PiD (le più eclatanti di esse quantomeno), occorre fare una premessa: io non sono e non sono mai stato un fan dei Beatles. Riconosco loro il ruolo che hanno avuto nella storia della musica moderna; ho, come tutti, canticchiato e talvolta strimpellato alcune loro canzoni; ma sono del tutto immune dalla beatlemania. Sia quella originale, per ovvi motivi anagrafici; sia la versione in qualche modo attualizzata che include solo l’agiografia del gruppo e dei loro componenti, limitando – come sempre accade in questi casi – le possibilità di un’analisi obiettiva della storia e dei relativi protagonisti.

Proprio questa posizione che definirei “agnostica” mi ha consentito di accostarmi a PiD in modo libero da preconcetti, inclusi quelli visivi di cui parlerò più avanti.

Dunque …

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Spazio: 1999

I coniugi Gerry e Sylvia Anderson produssero la prima stagione di Spazio 1999, terminando il loro lungo sodalizio professionale, che vantava dagli anni ‘Sessanta numerosi successi televisivi quali Stingray, Thunderbirds, Captain Scarlet, Fireball XL5, Joe 90 e UFO.

La seconda stagione fu prodotta da Gerry Anderson e Fred Freiberger, con risultato di gran lunga inferiore.

La prima stagione fu realizzata tra molte difficoltà tra la fine del 1973 e l’inizio del 1975, in coproduzione della britannica ITC e l’italiana RAI. La seconda stagione fu realizzata nel 1976 e partecipò la sola ITC.

Furono realizzati 24 episodi per stagione, per un totale di 48.

Spazio 1999 fu trasmesso in Gran Bretagna e negli USA a partire dal 1975 (ma il primo episodio era stato realizzato come pilota nel 1973). In entrambi i casi non furono network ma syndication a trasmettere la serie, ragion per cui non fu mai trasmessa in contemporanea sui rispettivi interi territori nazionali. In Italia e nel resto d’Europa la serie arrivò nel 1976.

Spazio 1999 nacque dal progetto abortito di una seconda stagione della serie UFO, dal nome UFO 1999, un sequel con il medesimo protagonista, in una base lunare ampliata, oggetto di un massiccio bombardamento alieno ma l’ideatore Gerry Anderson non trovò finanziamenti, così il progetto fu dapprima accantonato e in seguito ripreso e trasformato drasticamente.

(tratto dal sito Wikipedia)

Spazio: 1999C’è un errore in quanto riportato sopra: Spazio: 1999 (proprio così, con i due punti dopo l’anno) non nacque come revisione del progetto di una seconda serie di UFO bensì come progetto autonomo.
Si tratta di un errore piuttosto frequente, di una sorta di “leggenda” se vogliamo, che non ha mai trovato alcun riscontro nelle dichiarazioni degli ideatori.

Proprio questa leggenda, e comunque il fatto di essere prodotta a sua volta da Sylvia e Gerry Anderson (scomparso nei giorni scorsi: addio a un grande) hanno fatto sì che le due serie vengano spesso accostate e confrontate, in modo a mio avviso forzato.

Spazio: 1999 fu da diversi punti di vista un passo avanti rispetto a UFO: maggiori risorse a disposizione, un cast internazionale di qualità (con il futuro premio Oscar Martin Landau su tutti), ambientazioni più curate, storie più complesse, regie attente (parecchi episodi diretti da Charles Chrichton, tra gli altri).

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Chi sono
Paolo Della Bianca

Sono nato a Milano nel 1965, vivo a Vigevano (PV), sono web designer freelance e ho creato questo blog per scrivere ... di tutto un po'.

Eviterò solo la politica perché, data la situazione, è impossibile discuterne senza scadere nella polemica e magari nell'insulto ...

Se vorrete, potrete inviare i vostri commenti che saranno pubblicati, sempre che non siano offensivi e/o volgari.

Grazie dell'attenzione!

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Paul is Dead Leggenda metropolitana? Burla? Invenzione giornalistica? Oppure un'incredibile verità? Le mie valutazioni su PiD cioè "Paul is Dead" e l'interessante discussione con la partecipazione di voi lettori!
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