Ale Garofalo – Giant Hopes
Sono lieto di informarvi che è uscito negli scorsi giorni il nuovo album singolo (2 brani) GIANT HOPES del mio amico e valente musicista/compositore Ale Garofalo, del quale avevo recensito il precedente disco THE GIANT TREES in questo articolo.
E’ possibile acquistarlo on line ad un prezzo poco più che simbolico sui seguenti siti:
Bandcamp: http://alegarofalo.bandcamp.com/
cdbaby: http://www.cdbaby.com/cd/alegarofalo2
iTunes: https://itunes.apple.com/us/album/giant-hopes/id676854910?i=676854917&ign-mpt=uo%3D4
Amazon: http://www.amazon.com/gp/product/B00E2IZ362
Seguirà una mia personale recensione del disco.
Complimenti ad Ale!!!
Kickstarter: crowd funding o risk-free funding?
Non saranno molti quelli che conoscono Kickstarter, quindi copio-e-incollo una parte della definizione che ne dà Wikipedia Italia:
Kickstarter è un sito web di crowd funding per progetti creativi. Tramite esso sono stati finanziati diversi tipi di imprese, tra cui film indipendenti, musica, spettacoli teatrali, fumetti, giornalismo, videogame e imprese legate all’alimentazione. Non è possibile “investire” su progetti Kickstarter per trarne un guadagno in denaro, ma solo “supportare” un progetto in cambio di una ricompensa materiale o un’esperienza unica nel suo genere, come una lettera personale di ringraziamenti, magliette personalizzate, una cena con un autore, o il primo collaudo di un nuovo prodotto. (…)
Come altre piattaforme di raccolta fondi denominate crowd funding, Kickstarter facilita la raccolta di risorse monetarie dal pubblico generico, un modello che aggira molte strategie tradizionali di investimento. I creatori del progetto scelgono una data di scadenza e un minimo di fondi da raggiungere. Se il minimo prescelto non viene raggiunto entro la scadenza, i fondi non vengono raccolti (questo sistema è noto come provision point mechanism)
Insomma, questo progetto è nato per consentire a chi abbia una buona idea di reperire risorse finanziarie tramite la platea di Internet, invece delle fonti tradizionali.
Tuttavia …
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Una musata vale più di mille parole
Aran era un pastore tedesco che lavorava come custode (non mi piace “cane da guardia” ma il concetto è quello) nel garage in cui lasciamo la macchina nottetempo.
Era un cane per me speciale: intelligente, amichevole, dedito al suo incarico ma ben capace di distinguere tra i clienti del garage ed i possibili intrusi.
Amava molto giocare con la palla e ovviamente la sera, dopo avere lasciato l’auto, mi dedicavo spesso a farlo correre e saltare rincorrendo una delle sue palle piccole o grandi.
Tavolta l’unico modo per fargliela lasciare dopo che l’aveva azzannata e trotterellava in giro borioso esprimendo il concetto “ce l’ho io e non la mollo” era fingere di averne una nuova e bellissima nel bagagliaio; peccato che questo trucco abbia funzionato solo due o tre volte …
Se avessi avuto confidenza con i cani, lo avrei portato in un parco a correre fino allo sfinimento, dato che era per la maggior parte del tempo costretto a stare nel garage e le sue pause-bisogni erano brevi e poco soddisfacenti dal punto di vista ambientale (un’aiuoletta desolata sulla circonvalalzione).
Per la verità durante l’estate veniva ospitato a casa del padre del proprietario in Valbrembana per un paio di mesi e oltre e poteva rifarsi almeno lì!
Un giorno stavo passando nella via di fianco al garage ed incontrai il proprietario che portava Aran a spasso.
Quest’ultimo era concentratissimo nelle attività tipiche dei cani quando vanno in giro, io lo salutai pronunciando il suo nome e lui rispose con una musata sulla mia gamba, proseguendo poi nel giro.
Quella musata ebbe per me un significato chiarissimo: “ciao, ti riconosco, sei mio amico, ora però scusami ma devo sfruttare ogni singolo istante della mia passeggiata perché dura sempre troppo poco“.
Sono passati alcuni anni e ricordo ancora quell’episodio con un pizzico di commozione.
Aran è mancato qualche anno fa, in età piuttosto avanzata: è stato male mentre giocava con uno dei clienti del garage ed è andato nel Paradiso degli Animali.
Probabilmente se gli avessero chiesto “come vuoi morire” avrebbe scelto proprio quello.